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Ti capisco, trascrivere foneticamente i suoni di un idioma è un processo che mette in difficoltà moltissimi studenti di lingue straniere. Proprio per questo, ho deciso di scrivere un articolo dettagliato che risponde alla domanda: la trascrizione fonetica come si fa?
Ti parlerò delle regole principali per iniziare a trascrivere i suoni dell’italiano, così che tu possa creare una base sulla quale poi aggiungere i suoni degli altri idiomi, incluse le lingue più difficili al mondo.
La trascrizione fonetica è un sistema ideato dai linguisti per “tradurre” i suoni di una lingua in simboli univoci. Ciò significa che ad ogni suono corrisponderà un simbolo, e viceversa. Questo sistema serve ad aiutare chi si approccia allo studio di una lingua a comprendere, interpretare e riprodurre i suoni che ne fanno parte.
Proprio a questo serve l’alfabeto IPA (International Phonetic Alphabet), composto da tutti i simboli e i suoni che stanno alla base delle lingue straniere. Ma alla base della trascrizione ci sono molti concetti che vorrei presentarti prima di spiegarti bene la trascrizione fonetica come si fa.
Vediamoli:
Questa differenza è un concetto molto importante da comprendere bene prima di rispondere alla domanda: la trascrizione fonetica come si fa?
Ma partiamo dall’inizio. La fonetica studia la produzione dei suoni attraverso l’apparato fonatorio, mentre la fonologia ha valore distintivo e studia come il significato di una parola cambia in base alla variazione di un suono. Ad esempio, patto inizia con il suono “P”, ma se lo sostituiamo con “T”, la parola cambia in “tatto” e di conseguenza varia anche il suo significato.
Partendo da questo, la trascrizione fonetica si occupa di trascrivere i suoni di una lingua e si riporta con delle parentesi quadre [ ], mentre quella fonologica si focalizza solo i tratti distintivi e si riporta con parentesi oblique //. Utilizzano però gli stessi simboli, quelli dell’alfabeto IPA.
Ecco un semplice esempio: la parola “palla” in trascrizione fonetica verrà riprodotta con [‘palla] oppure [‘pa:la], il trattino verticale indica l’accento sull prima sillaba e i due punti indicano le doppie. Nella trascrizione fonologica verrà riprodotta con /palla/ oppure /pa:la/ perché dovrà distinguersi da /pala/ che ha un significato diverso. Non è necessario inserire l’accento perché non ha carattere distintivo, quindi non cambia il significato della parola.
Ma quindi la trascrizione fonetica come si fa? Per capirlo, è necessario comprendere che ogni lingua ha un proprio alfabeto fonetico costituito da alcuni suoni basici che fanno parte della lingua. Mentre L’IPA racchiude i suoni di tutte le lingue, l’alfabeto fonetico italiano racchiude solo i simboli dei suoni legati a questa specifica lingua.
Questo è un punto fondamentale da sapere, perché per capire la trascrizione fonetica come si fa in italiano è necessario considerare solo ciò che è specifico della nostra lingua. L’alfabeto fonetico inglese conterrà altri suoni che non sono presenti in italiano, e viceversa.
Quindi, a cosa serve la trascrizione fonetica in italiano? Serve a riportare in modo univoco attraverso dei simboli i suoni specifici della nostra lingua. Prima di imparare l’alfabeto fonetico di un altro idioma, e quindi la corrispettiva trascrizione, è necessario conoscere bene quello italiano.
Così creerai una base stabile e familiare dalla quale partire e potrai aggiungere nuovi suoni mano a mano che li incontri.
Come avrai visto, per imparare davvero una lingua la fonetica è veramente importante. Infatti, nel mio coaching linguistico è il primo aspetto sul quale io e i miei studenti ci focalizziamo. Per approfondire il tema ti invito a leggere il mio articolo dedicato interamente alla fonetica, a cosa serve e perché è importante studiarla, dove troverai tanti consigli pratici e i 3 step fondamentali per migliorarla sin da subito.
Ma anche in questo articolo è il momento di passare alla pratica: vediamo la trascrizione fonetica come si fa e quali sono i principi da seguire per farla al meglio.
Senza attendere oltre, di seguito troverai i criteri base da applicare per una corretta la trascrizione fonetica.
Come abbiamo visto qualche paragrafo sopra, la trascrizione fonetica dell’italiano deve tenere conto dei simboli e dei suoni presenti all’interno dell’alfabeto IPA. Se vuoi conoscerlo meglio, ho creato un articolo dettagliato che parla dell’alfabeto IPA, cosa è e come funziona che ti invito a leggere, qui vedremo come trascrivere i suoni in italiano.
Ma quindi, la trascrizione fonetica come si fa?
Vediamola nella pratica.
Consonanti:
B = [b ]
C= [k] se suono duro come “casa”, mentre [tʃ] se suono morbido come “cielo”
D= [d]
F= [f]
G= [g] se suono duro come “grotta”, mentre [dʒ] se suono morbido come “gelo”
H= [h]
L= [l]
M = [m] o [ɱ] se seguita da [f] o [v]
N= [n] o [ŋ] se seguita da [k] o [g]
P= [p]
Q= [kw] ad esempio “quadro”
R= [r]
S= [s]
T= [t]
V= [v]
Z= [ts] se sorda, mentre [dz] se sonora
Vocali:
A= [a]
E= [e], se aperta invece [ɛ]
I= [i] o [j] nei dittonghi
O= [o], se aperta invece [ɔ]
U= [u], oppure [w] nei dittonghi
Altri suoni:
GN= [ɲ]
GL= [ʎ]
SC= [ʃ]
Nella trascrizione fonetica come si fa la rappresentazione degli accenti?
Ne esistono 3 e si distinguono in accento tonico, grafico e fonico.
L’accento tonico viene segnato con un segno grafico solo sulle parole tronche, quindi tutti quei vocaboli in cui l’accento cade generalmente sull’ultima sillaba, come città, università, tribù. Interessa (ma non viene segnato) anche le parole piane, sdrucciole, bisdrucciole e trisdrucciole.
Viene inoltre indicato graficamente anche su parole omografe, che si scrivono allo stesso modo, ma al variare della pronuncia cambia anche il significato, ad esempio le parole “benéfici” e “benefici”.
L’accento grafico invece può essere acuto ( ́)se il suono è chiuso come nelle lettere i oppure u, o grave (`) quindi aperto come le lettere e oppure o nelle loro forme aperte. Alcuni casi in cui l’accento grafico è obbligatorio:
L’accento fonico invece non ha alcun segno grafico a livello ortografico, ma si avverte comunque nella pronuncia delle parole. Nelle parole italiane costituite da più di una sillaba c’è sempre una vocale che viene pronunciata con maggiore enfasi rispetto ad altre.
La vocale sulla quale cade l’accento si chiama tonica, e insieme alla consonante forma una sillaba tonica. Ma nella trascrizione fonetica come si fa a rappresentare questo accento?
È molto semplice: si segnala con un trattino verticale (‘) prima della sillaba tonica. Ad esempio nella parola “fatto”, l’accento fonico cade sulla prima sillaba, quindi si trascriverà nel seguente modo [‘fatto].
Siamo arrivati all’ultima regola che voglio condividere con te in questo articolo sulla trascrizione fonetica e come si fa. Ci sono alcuni principi importanti da tenere a mente per riprodurre i suoni delle vocali e delle consonanti.
Per la produzione delle consonanti è necessario tenere conto del punto e del modo. Il punto rappresenta il luogo di articolazione del suono nell’apparato fonatorio, e può essere ad esempio bilabiale dentale, palatale, etc..
Il modo invece indica la modalità di produzione del suono. Ad esempio una consonante nasale indica che nella produzione di quel suono viene utilizzare anche il naso, come la consonante m oppure la n.
Si suddividono quindi nei seguenti gruppi:
E la lettera H? Questa lettera non possiede un suono, ma viene impiegata per rendere C e G vocaliche.
Per la produzione delle vocali si utilizza il trapezio vocalico, che è diviso in vocali anteriori, centrali e posteriori in base a dove si producono nella cavità orale, e allo stesso modo possono essere alte, medio-alte, medio-basse e basse.
Si differenziano nel suono quindi a seconda della posizione che mascelle, lingua e labbra assumono durante la pronuncia. Mentre la vocale O e la E hanno pronuncia sia aperta che chiusa (e-è; o-ò), e come abbiamo visto vengono trascritte in modo diverso a seconda dei casi, le vocali A, I, U vengono solo pronunciate come un suono chiuso.